Principali temi pirandelliani
Difficile riassumere l'importanza di Pirandello nella letteratura e nel teatro mondiali; la sua opera ha portato un cambiamento profondissimo nelle forme drammaturgiche che hanno assunto una configurazione del tutto nuova.
Possiamo enucleare alcuni temi.
La follia
Toccato dalla follia nella sua complicata vicenda familiare, Pirandello sospetta che l'etichetta di "pazzo" sia un modo per omologare le persone, per non riconoscerne l'originalità, per zittirle quando sono scomode o dicono la verità e per mantenere il controllo sociale.
Ne "Il berretto a sonagli", la protagonista Beatrice ha accusato Ciampa e sua moglie (quest'ultima avrebbe cioè una relazione con il marito di Beatrice); quando scoppia un terribile scandalo che rischia di travolgere tutti, Beatrice deve fingersi pazza perché le accuse che ha lanciato contro degli innocenti (?) non vengano credute dalla gente del paese;
in "Enrico IV", un uomo è impazzito da vent'anni e crede di essere l'imperatore di Germania; in realtà, all'insaputa di tutti, è rinsavito ma preferisce rimanere nella sua finzione pur di non dover vivere una dolorosa realtà;
in "Così è se vi pare", pubblico e personaggi sanno che almeno uno dei tre protagonisti è pazzo, ma è difficile stabilire chi sia.
La sciagura
Ogni personaggio delle novelle, dei romanzi o dei drammi di Pirandello ha la sua pena, il suo dolore, spesso segreto. I personaggi per Pirandello sono "la gente più scontenta del mondo o afflitta da mali strani [... ] con la quale è veramente una pena trattare".
Vita/forma - personaggio/persona
Secondo Pirandello ciascuno di noi nella vita è costretto a assumere una forma, come l'acqua che assume la forma del recipiente; infatti non saremmo in grado di vivere con spontaneità, di comportarci senza coerenza, di esprimere liberamente la parte nascosta, segreta e autentica di noi stessi (inconscio). Non ne siamo capaci e la società ci costringe a interpretare dei ruoli: lo studente, la maestra, il padre, la pazza, ecc... Restiamo quindi imprigionati nella forma che ci siamo dati, non possiamo uscirne e diventiamo nevrotici. La persona è quindi ciò che vuole far credere di sé o che gli altri credono che essa sia; il personaggio, invece, è più potente perché non vive nella vita, bensì nell'arte e vivrà per sempre.
Nel romanzo "Uno, nessuno, centomila", il protagonista Moscarda scopre casualmente, tramite un commento della moglie rivolto al suo naso, che tutte le persone che lo circondano si sono fatte di lui un'idea diversa (centomila persone, centomila immagini diverse); nessuna di queste idee coincide, poi, con l'idea che Moscarda ha di se stesso. Ma allora qual è il suo vero io?
Nel dramma "Sei personaggi in cerca d'autore", una compagnia di attori (persone) che sta provando una commedia in teatro, viene interrotta dall'arrivo di sei personaggi che, rifiutati all'ultimo momento dall'autore, pretendono di salire sul palco e recitare il loro dramma.