Giuseppe Ungaretti
Alessandria d'Egitto 1888 - Milano 1970
Ungaretti nasce ad Alessandria d'Egitto da genitori lucchesi e in Egitto trascorre la prima giovinezza imparando ad amare la letteratura italiana.
Nel 1912 si trasferisce a Parigi, dove frequenta intellettuali e poeti e entra in contatto con le più importanti esperienze poetiche europee.
Partecipa da volontario alla prima guerra mondiale: nelle trincee viene in contatto con il dolore, la morte, l'insensatezza della guerra. Nasce in questo periodo e fra le macerie del fronte, la sua prima produzione poetica (Il porto sepolto; L'allegria), tutta incentrata sul vuoto di senso lasciato dalla guerra.
Nel dopoguerra scrive poesie e collabora con diversi giornali; accetta di insegnare Letteratura italiana all'università di San Paolo del Brasile. Nel 1939 la morte a nove anni del figlio segna la sua vita e imprime un nuovo corso alla sua poesia (Il dolore).
Tutte le raccolte poetiche di Ungaretti sono oggi raccolte nel volume Vita d'un uomo.
ATTIVITA' 1
Ascolta di nuovo la poesia I fiumi che il poeta stesso dice nella pagina dedicata alla Poesia del Novecento; quali fiumi ricorda Ungaretti? Che legame hanno con la sua vita? Scrivi un commento sul quaderno.
Riporto il commento alla poesia di Ilaria Giovannelli, 3B. Se vuoi lasciare un commento, puoi farlo nella pagina blog.
"I fiumi rappresentano le varie stagioni della vita individuale di Ungaretti: la nascita, la crescita e l'ardere d'inconsapevolezza. Il poeta immerge le sue povere quattro ossa nell'acqua del fiume, del ricordo, nella quale il suo riflesso ritrae l'immagine di un ragazzo allora sterile alla prepotenza della vita e per questo non conscio né del suo amore per essa né del suo odio per la morte, sentimenti prigionieri dell'inconscio, invisibili nella nebbia della quotidianità e poi d'improvviso liberati in un inaspettato e crudo periodo di fertilità... Così Ungaretti si specchia nell'acqua, per avere il piacere di conoscere il ragazzo che allora non si conosceva. "
La poesia di Ungaretti può definirsi pura, cioè:
- non racconta, non illustra, non descrive, non abbellisce;
- non ha modelli precedenti (almeno per la prima fase);
- non segue sintassi, metrica, punteggiatura;
- è breve;
- è essenziale (non contiene alcuna parola non indispensabile).
Che cos'è la poesia per Ungaretti?
E' un mezzo per comprendere una realtà oscura.
L'esperienza della guerra ha mostrato tutto l'orrore e la precarietà della condizione umana; anche a guerra finita, l'orrore rimane, il vuoto di senso, l'impossibilità di spiegare (questo modo di vedere la vita era già proprio del Decadentismo, ricorda Pascoli).
La poesia quindi cerca nella coscienza (inconscio) del poeta la parola che, slegata dai significati più banali e quotidiani, riveli un'analogia, una relazione segreta tra le cose, sveli cioè il senso oscuro della vita.
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso
(G. Ungaretti, Commiato)
Le poesie sono brevi, frammenti senza svolgimento; le parole sono isolate da pause e da vuoti, lasciate sole a vibrare una musicalità nuova.
Non ci sono precedenti nella poesia italiana; Ungaretti fu accusato di oscurità, di ermetismo (incomprensibilità).
Dall'ampia ansia dell'alba
Svelata alberatura.
(G. Ungaretti, O notte 1916)
ATTIVITA' 2
Rispondi sul quaderno alle seguenti domande:
1. Quale situazione descrive il poeta nella poesia Pellegrinaggio?
2. Pensi che la poesia sia autobiografica?
3. La situazione descritta è un ricordo o un'esperienza vicina nel tempo? Perché?
4. Esamina la struttura poetica, considerando lunghezza dei versi, schema delle rime, punteggiatura.
5. Prova a mettere tu la punteggiatura che ritieni più espressiva.
Pellegrinaggio
Valloncello dell'Albero Isolato il 16 agosto 1916
In agguato
in queste budella
di macerie
ore e ore
ho strascicato
la mia carcassa
usata dal fango
come una suola
o come un seme
di spinalba
Ungaretti
uomo di pena
ti basta un'illusione
per farti coraggio
Un riflettore
di là mette un mare nella nebbia
ATTIVITA' 3
Rispondi sul quaderno alle seguenti domande:
1. Quale situazione descrive il poeta nella poesia San Martino del Carso?
2. Pensi che la poesia sia autobiografica?
3. La situazione descritta è un ricordo o un'esperienza vicina nel tempo? Perché?
4. Esamina la struttura poetica, considerando lunghezza dei versi, schema delle rime, punteggiatura.
5. Prova a mettere tu la punteggiatura che ritieni più espressiva.
San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
ATTIVITA' 4
Questa poesia ha avuto due redazioni diverse, una prima col titolo Soldati e una successiva col titolo Fratelli.
Osserva le differenze tra i due testi: quali cambiamenti ha apportato l'autore e perché?
Analizza le due poesie sul quaderno, notando in particolare quali parole vengono aggiunte/tolte e perché.
Soldati Fratelli
Di che reggimento siete Di che reggimento siete,
fratelli? fratelli?
Fratello Parola tremante
tremante parola nella notte
nella notte
come una fogliolina Foglia appena nata
appena nata
saluto Nell'aria spasimante
accorato involontaria rivolta
nell'aria spasimante dell'uomo presente alla sua
implorazione fragilità
sussurrata
di soccorso Fratelli
all'uomo presente alla sua
fragilità
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Sono una creatura
Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
cos' totalmente
disanimata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
Mattina
Santa maria La longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso
Stasera
Versa il 22 maggio 1916
Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia
Soldati
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
ATTIVITA' 5
La poesia che segue fa parte di un periodo successivo a quello della produzione del poeta legata all'esperienza della guerra. Queste poesie più tarde sono legate alla dolorosa vicenda familiare di Ungaretti e sono diverse dalle prime anche da un punto di vista stilistico.
Sul quaderno prova a individuare le principali differenza tra Non gridate più e le poesie precedenti.
Non gridate più
Cessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.
ATTIVITA' 6
Ecco un'altra poesia legata come la prima al tema della morte del figlio; le differenze di lingua e stile con le prime poesie sono ancora più accentuate.
Leggi la poesia e trascrivila sul quaderno; scegli la strofa che preferisci e fanne la parafrasi scritta.
Gridasti: soffoco...
Non potevi dormire, non dormivi...
Gridasti: Soffoco...
Nel viso tuo scomparso già nel teschio,
Gli occhi, che erano ancora luminosi
Solo un attimo fa,
Gli occhi si dilatarono... Si persero...
Sempre era stato timido,
Ribelle, torbido; ma puro, libero,
Felice rinascevo nel tuo sguardo...
Poi la bocca, la bocca
Che una volta pareva, lungo i giorni,
Lampo di grazia e gioia,
La bocca si contorse in lotta muta...
Un bimbo è morto...
Nove anni, chiuso cerchio,
Nove anni cui nè giorni, nè minuti
Mai più s'aggregeranno:
In essi s'alimenta
L'unico fuoco della mia speranza.
Posso cercarti, posso ritrovarti,
Posso andare, continuamente vado
A rivederti crescere
Da un punto all'altro
Dei tuoi nove anni.
Io di continuo posso,
Distintamente posso
Sentirti le mani nelle mie mani:
Le mani tue di pargolo
Che afferrano le mie senza conoscerle;
Le tue mani che si fanno sensibili,
Sempre più consapevoli
Abbandonandosi nelle mie mani;
Le tue mani che si fanno sensibili,
Sempre più consapevoli
Abbandonandosi nelle mie mani;
Le tue mani che diventano secche
E, sole - pallidissime -
Sole nell'ombra sostano...
La settimana scorsa eri fiorente...
Ti vado a prendere il vestito a casa,
Poi nella cassa ti verranno a chiudere
Per sempre. No, per sempre
Sei animo della mia anima, e la liberi.
Ora meglio la liberi
Che non sapesse il tuo sorriso vivo:
Provala ancora, accrescile la forza,
Se vuoi - sino a te, caro! - che m'innalzi
Dove il vivere è calma, è senza morte.
Sconto, sopravvivendoti, l'orrore
Degli anni che t'usurpo,
E che ai tuoi anni aggiungo,
Demente di rimorso,
Come se, ancora tra di noi mortale,
Tu continuassi a crescere;
Ma cresce solo, vuota,
La mia vecchiaia odiosa...
Come ora, era di notte,
E mi davi la mano, fine mano...
Spaventato tra me e me m'ascoltavo:
E' troppo azzurro questo cielo australe,
Troppi astri lo gremiscono,
Troppi e, per noi, non uno familiare...
(Cielo sordo, che scende senza un soffio,
Sordo che udrò continuamente opprimere
Mani tese a scansarlo...)
ATTIVITA' 7
Memorizza la poesia di Ungaretti che più ti ha interessato.
Ungaretti nasce ad Alessandria d'Egitto da genitori lucchesi e in Egitto trascorre la prima giovinezza imparando ad amare la letteratura italiana.
Nel 1912 si trasferisce a Parigi, dove frequenta intellettuali e poeti e entra in contatto con le più importanti esperienze poetiche europee.
Partecipa da volontario alla prima guerra mondiale: nelle trincee viene in contatto con il dolore, la morte, l'insensatezza della guerra. Nasce in questo periodo e fra le macerie del fronte, la sua prima produzione poetica (Il porto sepolto; L'allegria), tutta incentrata sul vuoto di senso lasciato dalla guerra.
Nel dopoguerra scrive poesie e collabora con diversi giornali; accetta di insegnare Letteratura italiana all'università di San Paolo del Brasile. Nel 1939 la morte a nove anni del figlio segna la sua vita e imprime un nuovo corso alla sua poesia (Il dolore).
Tutte le raccolte poetiche di Ungaretti sono oggi raccolte nel volume Vita d'un uomo.
ATTIVITA' 1
Ascolta di nuovo la poesia I fiumi che il poeta stesso dice nella pagina dedicata alla Poesia del Novecento; quali fiumi ricorda Ungaretti? Che legame hanno con la sua vita? Scrivi un commento sul quaderno.
Riporto il commento alla poesia di Ilaria Giovannelli, 3B. Se vuoi lasciare un commento, puoi farlo nella pagina blog.
"I fiumi rappresentano le varie stagioni della vita individuale di Ungaretti: la nascita, la crescita e l'ardere d'inconsapevolezza. Il poeta immerge le sue povere quattro ossa nell'acqua del fiume, del ricordo, nella quale il suo riflesso ritrae l'immagine di un ragazzo allora sterile alla prepotenza della vita e per questo non conscio né del suo amore per essa né del suo odio per la morte, sentimenti prigionieri dell'inconscio, invisibili nella nebbia della quotidianità e poi d'improvviso liberati in un inaspettato e crudo periodo di fertilità... Così Ungaretti si specchia nell'acqua, per avere il piacere di conoscere il ragazzo che allora non si conosceva. "
La poesia di Ungaretti può definirsi pura, cioè:
- non racconta, non illustra, non descrive, non abbellisce;
- non ha modelli precedenti (almeno per la prima fase);
- non segue sintassi, metrica, punteggiatura;
- è breve;
- è essenziale (non contiene alcuna parola non indispensabile).
Che cos'è la poesia per Ungaretti?
E' un mezzo per comprendere una realtà oscura.
L'esperienza della guerra ha mostrato tutto l'orrore e la precarietà della condizione umana; anche a guerra finita, l'orrore rimane, il vuoto di senso, l'impossibilità di spiegare (questo modo di vedere la vita era già proprio del Decadentismo, ricorda Pascoli).
La poesia quindi cerca nella coscienza (inconscio) del poeta la parola che, slegata dai significati più banali e quotidiani, riveli un'analogia, una relazione segreta tra le cose, sveli cioè il senso oscuro della vita.
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso
(G. Ungaretti, Commiato)
Le poesie sono brevi, frammenti senza svolgimento; le parole sono isolate da pause e da vuoti, lasciate sole a vibrare una musicalità nuova.
Non ci sono precedenti nella poesia italiana; Ungaretti fu accusato di oscurità, di ermetismo (incomprensibilità).
Dall'ampia ansia dell'alba
Svelata alberatura.
(G. Ungaretti, O notte 1916)
ATTIVITA' 2
Rispondi sul quaderno alle seguenti domande:
1. Quale situazione descrive il poeta nella poesia Pellegrinaggio?
2. Pensi che la poesia sia autobiografica?
3. La situazione descritta è un ricordo o un'esperienza vicina nel tempo? Perché?
4. Esamina la struttura poetica, considerando lunghezza dei versi, schema delle rime, punteggiatura.
5. Prova a mettere tu la punteggiatura che ritieni più espressiva.
Pellegrinaggio
Valloncello dell'Albero Isolato il 16 agosto 1916
In agguato
in queste budella
di macerie
ore e ore
ho strascicato
la mia carcassa
usata dal fango
come una suola
o come un seme
di spinalba
Ungaretti
uomo di pena
ti basta un'illusione
per farti coraggio
Un riflettore
di là mette un mare nella nebbia
ATTIVITA' 3
Rispondi sul quaderno alle seguenti domande:
1. Quale situazione descrive il poeta nella poesia San Martino del Carso?
2. Pensi che la poesia sia autobiografica?
3. La situazione descritta è un ricordo o un'esperienza vicina nel tempo? Perché?
4. Esamina la struttura poetica, considerando lunghezza dei versi, schema delle rime, punteggiatura.
5. Prova a mettere tu la punteggiatura che ritieni più espressiva.
San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
ATTIVITA' 4
Questa poesia ha avuto due redazioni diverse, una prima col titolo Soldati e una successiva col titolo Fratelli.
Osserva le differenze tra i due testi: quali cambiamenti ha apportato l'autore e perché?
Analizza le due poesie sul quaderno, notando in particolare quali parole vengono aggiunte/tolte e perché.
Soldati Fratelli
Di che reggimento siete Di che reggimento siete,
fratelli? fratelli?
Fratello Parola tremante
tremante parola nella notte
nella notte
come una fogliolina Foglia appena nata
appena nata
saluto Nell'aria spasimante
accorato involontaria rivolta
nell'aria spasimante dell'uomo presente alla sua
implorazione fragilità
sussurrata
di soccorso Fratelli
all'uomo presente alla sua
fragilità
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
Sono una creatura
Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
cos' totalmente
disanimata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
Mattina
Santa maria La longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso
Stasera
Versa il 22 maggio 1916
Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia
Soldati
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
ATTIVITA' 5
La poesia che segue fa parte di un periodo successivo a quello della produzione del poeta legata all'esperienza della guerra. Queste poesie più tarde sono legate alla dolorosa vicenda familiare di Ungaretti e sono diverse dalle prime anche da un punto di vista stilistico.
Sul quaderno prova a individuare le principali differenza tra Non gridate più e le poesie precedenti.
Non gridate più
Cessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.
ATTIVITA' 6
Ecco un'altra poesia legata come la prima al tema della morte del figlio; le differenze di lingua e stile con le prime poesie sono ancora più accentuate.
Leggi la poesia e trascrivila sul quaderno; scegli la strofa che preferisci e fanne la parafrasi scritta.
Gridasti: soffoco...
Non potevi dormire, non dormivi...
Gridasti: Soffoco...
Nel viso tuo scomparso già nel teschio,
Gli occhi, che erano ancora luminosi
Solo un attimo fa,
Gli occhi si dilatarono... Si persero...
Sempre era stato timido,
Ribelle, torbido; ma puro, libero,
Felice rinascevo nel tuo sguardo...
Poi la bocca, la bocca
Che una volta pareva, lungo i giorni,
Lampo di grazia e gioia,
La bocca si contorse in lotta muta...
Un bimbo è morto...
Nove anni, chiuso cerchio,
Nove anni cui nè giorni, nè minuti
Mai più s'aggregeranno:
In essi s'alimenta
L'unico fuoco della mia speranza.
Posso cercarti, posso ritrovarti,
Posso andare, continuamente vado
A rivederti crescere
Da un punto all'altro
Dei tuoi nove anni.
Io di continuo posso,
Distintamente posso
Sentirti le mani nelle mie mani:
Le mani tue di pargolo
Che afferrano le mie senza conoscerle;
Le tue mani che si fanno sensibili,
Sempre più consapevoli
Abbandonandosi nelle mie mani;
Le tue mani che si fanno sensibili,
Sempre più consapevoli
Abbandonandosi nelle mie mani;
Le tue mani che diventano secche
E, sole - pallidissime -
Sole nell'ombra sostano...
La settimana scorsa eri fiorente...
Ti vado a prendere il vestito a casa,
Poi nella cassa ti verranno a chiudere
Per sempre. No, per sempre
Sei animo della mia anima, e la liberi.
Ora meglio la liberi
Che non sapesse il tuo sorriso vivo:
Provala ancora, accrescile la forza,
Se vuoi - sino a te, caro! - che m'innalzi
Dove il vivere è calma, è senza morte.
Sconto, sopravvivendoti, l'orrore
Degli anni che t'usurpo,
E che ai tuoi anni aggiungo,
Demente di rimorso,
Come se, ancora tra di noi mortale,
Tu continuassi a crescere;
Ma cresce solo, vuota,
La mia vecchiaia odiosa...
Come ora, era di notte,
E mi davi la mano, fine mano...
Spaventato tra me e me m'ascoltavo:
E' troppo azzurro questo cielo australe,
Troppi astri lo gremiscono,
Troppi e, per noi, non uno familiare...
(Cielo sordo, che scende senza un soffio,
Sordo che udrò continuamente opprimere
Mani tese a scansarlo...)
ATTIVITA' 7
Memorizza la poesia di Ungaretti che più ti ha interessato.